Parrocchia Santa Maria Maggiore in Valmontone. Sintesi secondo anno di ascolto

Facciata parrocchia Santa Maria Maggiore in Valmontone

Dai gruppi di ascolto attivati nell’ambito della nostra parrocchia (consiglio pastorale, catechisti, animatori dei giovani, volontari della carità, gruppo di preghiera vocazionale) e del nostro territorio (associazione sportiva “Ciclo Club”) è emersa, come principale nucleo spirituale condiviso da tutti, la necessità di un ritorno alla purezza e alla semplicità del Vangelo, come annuncio di una fede cristiana essenziale e di immediato impatto nei cuori e nelle sofferenze della gente, e come proposta di vita concreta destinata a un raggio più largo possibile, per rispondere alla domanda più prossima al sentire comune, che è quella su come riuscire a “tirare avanti” bene e con valori solidi nella realtà quotidiana.

Un secondo aspetto da tutti ritenuto importante è l’urgenza di suscitare o risvegliare una più profonda sete di Dio, percepita dai più “lontani” come una indefinibile – ma pur sempre ben riconoscibile – sete di Infinito o di Assoluto, ormai troppo sopita, e soffocata da stili di vita secolarizzata, materialista e borghesemente mondana, che purtroppo coinvolgono anche le persone più assidue alla frequentazione degli ambienti ecclesiali: a tale scopo, è emerso il desiderio di valorizzare e incrementare occasioni di approfondimento della più autentica e genuina spiritualità cristiana, riformulando cliché pastorali istituzionali ormai decisamente superati, col coraggio di tagliar via alcuni tradizionali “tralci secchi” che non portano più frutto.

Infine, un aspetto spirituale caldeggiato da tutti è l’opportunità del lancio di iniziative di nuova evangelizzazione particolarmente coinvolgenti, sulla falsariga delle “missioni popolari”, mediante l’ascolto dei “profeti” di oggi, con linguaggi e metodi nuovi, efficacemente comunicativi con l’esperienza reale della vita vissuta in particolare dai giovani e dalle famiglie, senza trascurare soprattutto le molteplici solitudini e le fragilità della nostra gente: per far questo, si avverte l’esigenza di riformare alcune prassi ormai sclerotizzate della sacramentalizzazione, ponendo attenzione a un dialogo con la cultura contemporanea e con la sensibilità morale e sociale del nostro tempo.